Omega Speedmaster
Nel 1957 la maison svizzera Omega lancia sul mercato un orologio da polso sportivo destinato ad entrare nella storia.
Lo Speedmaster
Facciamo un passo indietro per vedere come è nata questa icona.
Iniziamo dal 1943 anno in cui Omega inizia a produrre il nuovo movimento denominato “27 CHRO C12” l’acronimo indica il diametro (27mm), che si tratta di un cronografo ed il contatore delle 12 ore. Un cronografo a carica manuale a 18.000 A/h (2.5 HZ), con 17 rubini del diametro appunto di 27 mm, con uno spessore di 6,74 mm.
Lo smistamento della cronografia avviene tramite una ruota a colonne, incabloc, ed ha una riserva di carica di circa 44 ore.
Pensato da Albert Piguet e Jaques Reymond è nato grazie alla collaborazione tra Omega e Lemania che lo denomina cal.2310 e sarà alla base di molte altre maison.
Nel 1946 furono apportati degli aggiornamenti con un sistema antiurto ed un bilanciere amagnetico, e, finalmente; nel 1949 nasce il famoso movimento Omega “321”.
Tocca dunque a Claude Baillod disegnare la prima cassa di quello che diventerà una vera pietra miliare nel mondo dei crono.
Nel 1959 vennero adottati degli o-ring ai pulsanti crono, fu allargata la cassa (da 39 a 40) e vennero sostituite le sfere con le odierne Dauphin fu quindi cambiata la referenza in CK 2998.
Nel 1962, l’astronauta Walter Schirra, per sua iniziativa, testò nello spazio per la prima volta il suo Speedmaster, era proprio un CK 2998 ovvero il secondo modello dell’orologio.
La NASA stava preparando il programma “Gemini” e decise che tutti gli astronauti dovevano indossare un crono facilmente leggibile, resistente ed affidabile.
Donald K. Slayton capo delle operazioni dell’equipaggio in volo selezionò tra 10 orologi i tre candidati da sottoporre ai test decisivi: Temperatura, Pressione, Umidità relativa, Prova d’urto, Accelerazione, Decompressione, Vibrazione ecc, un vero tour de force dal quale il “321” uscì come unico vicitore.
Chi erano gli altri competitors? Rolex (Valjoux 72) e Longines (13 ZN).
Nel 1964 la NASA acquistò dall’importatore statunitense 12 cronografi per sottoporli a nuovi test.
Solo nell’Aprile del 1966 fu avvisata la Omega di tutti i test effettuati e la casa svizzera, con orgoglio utilizzerà, la voglia di spazio dell’epoca nella nuova campagnia pubblicitaria.
In onore della prima passeggiata spaziale di Ed White fece la sua comparsa sul quadrante la scritta Professional.
Ci furono enormi pressioni sulla NASA da parte di altri produttori USA ma nessun crono fu in grado di superare i test.
Alle 02:56 di Greenwich del 20 Luglio 1969 fu Edwin “Buzz” Aldrin ad esporre il proprio Speedmaster (cal.321 ref.145.012 ) all’atmosfera lunare.
Avete letto bene Aldrin e non Armstrong; il primo uomo sulla Luna aveva lasciato il suo Omega a bordo del LEM a seguito della rottura del cronografo di bordo.
Nel 1978 l’agenzia spaziale fece ancora nuovi test ma lo Speedmaster continua ad uscirne vincitore.
Nel 1989 anche la Russia scelse ufficialmente lo Speedmaster come cronografo per i propri cosmonauti anche se già molti anni prima, nel famoso rendez-vous spaziale USA-URSS del 1975, gli americani scoprirono con grande stupore che anche i loro colleghi avevano al polso uno speedmaster.